Grado celebra il ventunesimo titolo dell'iberica Diaz
La coda sempre insidiosa della pandemia non sfiora la rodata organizzazione del torneo femminile più amato e rinomato in regione. Spettatori, interpreti ed autorità intervenute onorano la 24esima edizione del “Città di Grado Tennis Cup” manifestazione che dispensa 25.000 verdoni Usa e punti caldi per il ranking Wta.
Ne sa qualcosa la prima del seeding, Liudmila Samsonova, precipitatasi nella località lagunare dopo la precoce scivolata nello Slam di Parigi. La ragazza già nelle cure generose della Fit come junior, da un paio di stagioni esibisce la cittadinanza russa e sventola il il numero 106 come proprio best ranking Wta. Status non sufficiente per superare il tennis solido di Federica Di Sarra che, però, deve abbandonare in semifinale la possibilità di un tris di primati in regione a causa della scatenata Nuria Brancaccio, piacevole sorpresa del main draw dove approda da qualificata e dove a suon di giocate risolute si ritaglia un meritato posto per la gara conclusiva.
Strano percorso competitivo quello della ragazza di Torre del Greco con madre spagnola e formazione tennistica quadriennale nell'accademia valenciana di Javea insieme al fratello agonista Raul, grazie ad una borsa di studio omaggiata dal noto ex giocatore David Ferrer. Così Nuria finiti gli studi spagnoli e forte della preparazione tecnica inizia con in po' di ritardo la scalata verso il tennis impegnativo che le vale lo scudetto italiano di seconda categoria, la vittoria nel 15mila turco di Antalya e altri buoni piazzamenti negli Itf, nonché l'ingresso nella qualificazioni degli Internazionali Bnl dopo gli spareggi tra le verdi racchette nazionali in quel di Latina. Gli appassionati spettatori di Grado, alla vigilia delle sue 21 primavere con classifica sottostimata Wta da n. 581, l'accolgono nel match conclusivo con palpabile simpatia. Ad attenderla un'iberica granadina tutto tondo come la 29enne Nuria Parrizas-Diaz concorrente che nel circuito Itf vanta una messe di 20 successi e la classifica attuale da n. 165 del mondo. L'esperta spagnola conferma la liceità della seconda posizione del tabellone vincendo tutti i match di avvicinamento in due convincenti parziali. La navigata giocatrice presenta un dritto non devastante ma preciso con ricerca di angolazioni acute, si avvale di una paziente costruzione del punto vincente alternando fiammate di rovescio. La spagnola é sempre preoccupata d'intuire le mortifere carezze dei drop shot della rivale che la martella con palle ben affilate in slice, radenti la rete. La tattica ossessiva di back e chop ed alcuni rovesci di ottima fattura, scoccati in lungo linea permettono alla giovane campana di rimontare per 7-5 la sconfitta subita nel primo set per 6-3. Nel terzo tempo la lucida Diaz riprende le redini del gioco, sgretola le velleità della Brancaccio comandando in partenza lo score e riprendendo il suo gioco demolitore fatto di traiettorie strette, davanti ad un avversaria con le scorie evidenti della stanchezza per i numerosi incontri sostenuti e la cui calante reattività psico-fisica l'invita a scagliare fendenti improponibili, fino alla resa tombale per 2-6.
Soddisfatto il coach 28enne della Diaz Carlos Boluda, felice anche per la conferma del loro sodalizio tecnico-sentimentale, basato in Alicante. Alcuni forse ricorderanno Boluda battezzato da under 14, dopo la vittoria nell'importante gara di Tarbes (Les Petit As) in due anni diversi, come l'erede di Rafael Nadal. Pesante etichetta che finiva per angustiarlo nel suo poco produttivo cammino da “pro”, spingendolo al recente ritiro dal circuito maggiore. Decisamente molto più soddisfacente la carriera di Tathiana Garbin, attuale capitana di Fed Cup e punto di riferimento delle over 18. In virtù della bella cavalcata della Brancaccio, la capitana azzurra spendeva l'intera settimana nell'ospitale Città del Sole, visto che le due destinatarie delle wild card Fit per il main draw, Melania Delai ed Aurora Zantedeschi, salutavano la compagnia rispettivamente alla prima e alla seconda chiamata.